fedele, in termini di prezzi, varietà di soluzioni, condizioni di recesso, obbligo di assicurazione. Uno specchio intermediato da una società chiamata Tantosvago.
A volersi svagare un po’ pure noi, il testo della Banca è esilarante per le espressioni studiatamente melliflue con cui addolcisce la verità; ad esempio, “il portale ha alcune peculiarità che qualificano l’offerta”: peccato che peculiarità come prezzi più alti, cancellazioni più onerose, obbligo di assicurazione non “qualificano”, semmai “squalificano” l’offerta.
Attenzione poi a questa frase: “la società Tantosvago cura esclusivamente l’integrazione tecnica tra l’offerta di Eudaimon e Booking”. Siamo un Paese parecchio malmesso, se ancora non abbiamo capito che l’aggettivo “tecnico” è spesso usato per veicolare fregature come cose "neutre", o addirittura desiderabili.
Il fatto è che questa “integrazione tecnica” ha un costo, che paghiamo noi: il costo maggiorato delle strutture, la tassa di cancellazione, l’assicurazione obbligatoria, l’applicazione di tempi e penalità di cancellazione diverse da quelle di Booking, la scelta tra un numero di strutture molto inferiore a quella di Booking ufficiale.
Al di là di queste ammissioni, c’è poi la parte che immaginiamo sia stata scritta direttamente da Tantosvago, perché se l’avesse scritta la Banca sarebbe inquietante:
“la dinamicità dei prezzi presenti sul portale risente delle prassi di mercato che consentono agli operatori di variare la propria offerta”; ma nessuno ha mai contestato la “dinamicità” dei prezzi, ma la loro sistematica “superiorità”, e non per pochi spiccioli, rispetto a Booking;
“l’assicurazione obbligatoria è utile per ottenere un voucher spendibile” sul portale del welfare (entro 12 mesi dalla cancellazione, ma questo non lo dicono). Che sia “utile”, è sicuro, ma a