Egregio Governatore,
il 31 maggio 2012, quindici mesi fa, in occasione della Relazione Annuale, Lei rese pubblica e ufficiale l’imminente riforma delle carriere. “Abbiamo avviato, insieme con le organizzazioni sindacali, una complessa opera di riforma degli inquadramenti del personale, delle modalità di reclutamento, di valutazione e avanzamento nei percorsi di carriera, di retribuzione. Vorremmo superare un assetto formale ... che non valorizza più compiutamente … il capitale umano, le competenze specialistiche acquisite, i compiti rivestiti. Auspico che il confronto con i rappresentanti del personale sia franco e costruttivo. Le donne e gli uomini che lavorano in questa istituzione, a tutti i livelli e in tutti i campi, ne sono la linfa vitale e la forza, ad essi va l’apprezzamento più convinto e sincero mio personale, del Direttorio, del Consiglio superiore.”
A proposito: grazie per le belle parole. quindici mesi di distanza, deve riconoscere che quelle parole non hanno trovato riscontro nei fatti. Un impegno pubblico e ufficiale “a fare” che non ha avuto alcun seguito, mentre invece si è cercato di far passare qualcosa, per le Filiali, che Lei si era impegnato a “non fare”!
La credibilità conta ancora qualcosa, pensiamo.
Lei sa benissimo che l’attuale struttura delle carriere è ancora quella, con marginali ritocchi, definita nel lontano 1980, trentatre anni fa. All’epoca, molti colleghi andavano in pensione a 19 anni, 6 mesi e un giorno di servizio; mentre aspettiamo la riforma, il tempo di lavoro è diventato superiore ai 42 anni.
Lei quindi sa benissimo che la struttura delle carriere in Banca d’Italia è la più arretrata d’Europa. Siamo certi che anche Lei ritenga il perdurare di questa situazione inconcepibile e vergognoso. Lo disse Lei stesso nell’ultima relazione: “Il Paese è in ritardo di venticinque anni”. E’ grave che nemmeno noi siamo riusciti a distinguerci!
Sappiamo bene che esistono forze in Banca che resistono al cambiamento. Sappiamo che ci sono sacche di privilegio, parassitarie e clientelari, che sapientemente si sono organizzate, fino a condizionare anche la vita di diverse Organizzazioni sindacali - e non vorremmo che, al di là degli scontri di facciata, a quelle sacche parassitarie Lei finisca col piegarsi.
Ma le resistenze al cambiamento - prima di tutto - sono forti nel vertice dell’Amministrazione.
E‘ ora di cambiare strada. Lo abbiamo detto la scorsa settimana al Direttore Generale, lo ripetiamo oggi a Lei.
E’ tardi!
Troppe persone vivono da anni problemi che solo la riforma delle carriere può condurre verso una soluzione equa e ragionevole.
Pensiamo ai giovani, a tutti i livelli gerarchici.
Pensiamo a chi è nei medi & bassi fondi della scala gerarchica, di ogni età.
Pensiamo ai "contrattisti", ancora non regolarizzati a ruolo.
Pensiamo ai "contrattisti", ancora non regolarizzati a ruolo.
Pensiamo alle migliaia di persone meritevoli che sono incastrate nell’imbuto dei gradi apicali. Pensiamo alle migliaia di persone meritevoli che non trovano più dalla Banca il giusto riconoscimento dell’impegno, della serietà e delle responsabilità assunte.
Nel frattempo, nell'ombra ma nemmeno tanto, alcuni accrescono le loro retribuzioni grazie a promozioni, trasferimenti, missioni e altri strumenti gestiti in maniera priva della necessaria trasparenza gestionale.
Pensiamo, quindi. Pensiamo, e poi però finalmente agiamo!, a partire dal 18 settembre prossimo.
Possibilmente in coerenza con le parole verso “le donne e gli uomini che lavorano in questa istituzione, a tutti i livelli e in tutti i campi” che “ne sono la linfa vitale e la forza” e a cui “va l’apprezzamento più convinto e sincero suo personale, del Direttorio, del Consiglio superiore.” Ma qui non vorremmo che l’unico apprezzamento sincero rimanesse il nostro.
Cordiali saluti, dal SIBC.