Carissimi soci della Cassa Sovvenzioni e Risparmio,
in questi giorni partono le votazioni sulla proposta di modifica dello Statuto della nostra Cassa, votazioni che termineranno il giorno dell’assemblea straordinaria a Roma il 3 ottobre prossimo.
Per il SIBC, queste modifiche vanno respinte, votando NO.
Noi vogliamo una Cassa più libera dai gioghi sindacali. Ma per raggiungere questo scopo, sarebbe truffaldino far credere che sia necessario "sfilarla con destrezza" dalle mani dei soci, unici proprietari. Oggi cominciamo a spiegare le nostre proposte.
Il sistema di regole esistente ha consentito alla Cassa di ottenere straordinari risultati in oltre cento anni di storia.
I problemi cui si vorrebbe porre rimedio con il nuovo Statuto non nascono dalle regole di governo esistenti, ma dalle persone che contravvengono a criteri comportamentali di buon senso e che talvolta usano la Cassa per fini personali o addirittura per accaparrarsi adesioni sindacali anche contravvenendo alle regole interne della Cassa.
Noi siamo sicuri delle nostre ragioni per il NO, per questo invitiamo tutti i soci a informarsi bene e poi votare con la propria testa (a prescindere dall’iscrizione sindacale).
Vi proponiamo un vademecum con le domande più frequenti che ci sentiamo rivolgere.
1. E’ VERO CHE LA CSR E’ ANCHE DELLA BANCA D’ITALIA?
No. La Banca d’Italia non detiene nemmeno un’azione del capitale sociale della Cassa Sovvenzioni e Risparmio: la Cassa è interamente nostra, dei sedicimila soci,. E’ necessario che il patrimonio della Cassa sia gestito da chi risponde direttamente e unicamente ai soci e alle leggi, non da chi risponderebbe al Vertice dell’Istituto e al Consiglio Superiore della Banca d’Italia.
2. MA SE VOTIAMO NO, POI LA BANCA SI VENDICA?
Le minacce di modifica della convenzione che regola i rapporti tra Banca d’Italia e CSR sono state riportate in alcuni volantini con virgolettati tristemente inventati. In ogni caso, si tratta di minacce prive di fondamento, dal momento che né l’esistenza della Cassa, che è una banca autorizzata a tutti gli effetti, né la sua ampia patrimonializzazione, e neppure la cospicua e stabile redditività sarebbero pregiudicate dalla riscrittura della Convenzione.
Si tratta di messaggi terroristici, che tra l'altro comportano seri danni reputazionali. E diciamola tutta: se la Banca non avesse già cominciato a interferire nella gestione della Cassa, noi soci avremmo già il mutuo a tasso fisso all’1%, invece del mutuo che sarà al 2,5% solo fino a quando i mercati saranno clementi con noi.
In ogni caso, ci aspetteremmo che la Banca smentisca le voci messe in giro per condizionare la votazione sulle modifiche statutarie (sarebbe contro la legge, ndr).
3. PERCHE’ QUESTE MODIFICHE FANNO PERDERE POTERE AI SOCI?
Chi gestisce la CSR deve avere a cuore gli interessi dei soci. I tassi sui mutui, i tassi sui prestiti, i tassi sui conti correnti e la politica dei dividendi devono essere pensati per i soci privilegiando un concetto di mutualità, per tutti i soci di ogni generazione e di ogni fascia di reddito.
Per questo, attribuire il potere di gestire la Cassa ai soli Funzionari Generali in pensione (o a banchieri trombati da fuori) rappresenta la perfetta negazione della logica solidaristica e intergenerazionale che va invece valorizzata.
Peraltro, non va sottaciuto che tutte le (poche) banche passate al sistema duale, si stia seriamente pensando di tornare indietro. Su questo ci riserviamo un approfondimento nei prossimi giorni.
Peraltro, non va sottaciuto che tutte le (poche) banche passate al sistema duale, si stia seriamente pensando di tornare indietro. Su questo ci riserviamo un approfondimento nei prossimi giorni.
4. SONO SCHIFATO, NON E’ MEGLIO SE GESTISCE TUTTO LA BANCA?
I soci hanno diritto di poter eleggere persone capaci, preparate dal punto di vista professionale e anche dal punto di vista etico e umano. La proposta di statuto messa al voto, invece, mantiene requisiti minimali per i componenti del Consiglio di Sorveglianza, che sarà così popolato dai soliti sindacalisti-galoppini, e pretende requisiti spaziali per i Consiglieri di Gestione, che infatti saranno i Funzionari Generali in pensione.
I soci hanno diritto a far gestire la Cassa da persone più capaci e più preparate di quelle degli ultimi anni.
Se i sindacati hanno la naturale tendenza a selezionare il peggio, ci sono due contromisure semplici, che ai sindacati piaceranno poco ma ai soci sicuramente di più:
1) richiedere requisiti molto più stringenti per tutti i consiglieri di amministrazione, se sarà bocciata questa modifica statutaria. Il consiglio di amministrazione risponde a noi soci, mentre quello di gestione no.
2) introdurre l'incandidabilità per i soci che abbiano cariche sindacali elettive, a livello nazionale o locale, anche per un periodo di dodici mesi dal termine della carica stessa; inoltre, prevedere una forte raccomandazione a non assumere cariche sindacali elettive dopo il mandato in CSR, sempre per un periodo di almeno dodici mesi. E' necessario che chi lavora in CSR non si occupi dei propri interessi sindacali, ma esclusivamente di quelli di tutti i soci.
1) richiedere requisiti molto più stringenti per tutti i consiglieri di amministrazione, se sarà bocciata questa modifica statutaria. Il consiglio di amministrazione risponde a noi soci, mentre quello di gestione no.
2) introdurre l'incandidabilità per i soci che abbiano cariche sindacali elettive, a livello nazionale o locale, anche per un periodo di dodici mesi dal termine della carica stessa; inoltre, prevedere una forte raccomandazione a non assumere cariche sindacali elettive dopo il mandato in CSR, sempre per un periodo di almeno dodici mesi. E' necessario che chi lavora in CSR non si occupi dei propri interessi sindacali, ma esclusivamente di quelli di tutti i soci.
5. PERO’ VOI STESSI AVETE SVELATO UN SACCO DI MAGAGNE, NON SI PUO’ ANDARE AVANTI COSI’: NON PENSATE SIA ORA DI CAMBIARE?
Certamente! La Cassa va cambiata dai soci e per i soci. La Cassa non è della Banca d’Italia, ma non è nemmeno di proprietà dei sindacati.
Noi vogliamo rendere la Cassa più indipendente dai sindacati, ma non vogliamo allontanarla dai soci.
Se come sindacalisti non siamo capaci di interpretare le esigenze di cambiamento e di alta professionalità che provengono dalla generalità dei soci, sarebbe meglio se ci dedicassimo ad altra attività: non ce l’ha ordinato il medico di fare questo mestiere. Piuttosto, siamo sorpresi che fuori di qui la FIOM faccia riflessioni avanzate sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa (di cui non sono proprietari), e qui dentro la CGIL avalli e faccia propria la proposta di spogliare i lavoratori del diritto di gestire un patrimonio imprenditoriale che è di loro esclusiva proprietà, relegandoli al ruolo di semplici spettatori.
6. LA CGIL SI E’ OFFESA PER IL VOLANTINO DI GIOVEDI’...
Dite? La CGIL pare che si sia offesa più che altro per la foto della Camusso con Mussari. E’ una foto pubblica, è in rete, non è un’offesa per nessuno. Proporla era un modo per lanciare un messaggio: sarebbe bene che i sindacati stessero più lontani possibile dalla gestione dalle banche (CSR compresa). Ma se uno sostiene questa tesi rispondono che si è violenti e populisti... Sarà bene rileggersi le cronache (anche di Repubblica, n.d.r.) sulla gestione del Montepaschi.
7. LA CISL DICE CHE RACCONTATE BALLE, E CHE IL CONSIGLIO DI GESTIONE PORTERA’ AL RICAMBIO GENERAZIONALE
E’ il secondo volantino di seguito in cui dimostrano di non aver letto (o di non aver capito) la modifica dello statuto che propongono. Il che è grave. E’ davvero sconcertante scrivere “l’ultimo volantino del SIBC sostiene che il nuovo Statuto non produrrebbe ricambio generazionale degli amministratori perché i tre posti del Consiglio di Gestione sarebbero destinati a soci in pensione. E’, naturalmente, una balla.”
Ma come è una balla?!? Proviamo a leggere insieme l’articolo 27 dello statuto proposto: “il Consiglio di gestione è composto da 3 membri…; i componenti del Consiglio di gestione non possono essere dipendenti di ruolo della Banca d’Italia (come da specifica richiesta dell’Organo di Vigilanza)” Cosa diamine significa che “non possono essere dipendenti di ruolo della Banca d’Italia”? Significa che o si scelgono i trombati di qualche banchetta esterna (il che sarebbe pure peggio, per il costo che comporterebbe e per la lontananza siderale dai soci/dipendenti) o si scelgono dipendenti non di ruolo, vale a dire in quiescenza, vale a dire pen-sio-na-ti.
E si permettono di dire che raccontiamo balle! Almeno, ci spieghiamo molte cose: chi propone di votare SI non ha nemmeno letto lo statuto che sta propagandando. Un bel modo di rispettare i colleghi.
A proposito. Nel volantino se la prendono anche con il sindaco Cepparulo perché è presente in CSR da diverso tempo (con grande merito, riconosciuto anche dall’ultima ispezione, ndr). Sfugge a quel sindacato che il SIBC ha modificato il proprio statuto dal 1° dicembre scorso, imponendo ai propri dirigenti un limite dei due mandati presso CSR e CASC. Da questo punto di vista, modificare lo statuto della Cassa, per noi, è superfluo. Basta darsi delle buone regole interne: noi l’abbiamo potuto fare appena siamo stati lasciati dal gruppo che oggi dirige... la CISL !!
8. COSA VI PROPONETE DI FARE DOPO L’ASSEMBLEA?
Dopo l’assemblea, sperando che chi difende i diritti dei soci si affermi con un sonoro NO, bisognerà che le forze che hanno a cuore questo nostro patrimonio trovino la forza di fare molti passi avanti. Bisogna riconquistare la credibilità verso tutti i soci, aggiustando le regole in direzione di una migliore gestione della Cassa, di una maggiore vicinanza ai soci, di una decisa indipendenza dai sindacati.
Proviamo a immaginare:
1 - riduzione dei componenti degli organi collegiali. Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale possono funzionare perfettamente con 7 consiglieri (oggi 11) e 3 sindaci (oggi 5). E’ una riduzione ulteriore rispetto alla stessa proposta di modifica dello statuto.
2 - requisiti professionali rafforzati per TUTTI i Consiglieri di amministrazione, a garanzia della compagine dei soci e per vincolare le scelte sindacali; si tratta di persone che devono essere elette dai soci, e quindi rispondono ai soci;
3 - incandidabilità per i soci che abbiano cariche sindacali elettive, a livello nazionale o locale, anche per un periodo di dodici mesi dal termine della carica stessa;
3 - incandidabilità per i soci che abbiano cariche sindacali elettive, a livello nazionale o locale, anche per un periodo di dodici mesi dal termine della carica stessa;
4 - introduzione della figura dell’Amministratore Delegato, eletto dai soci all’interno del Consiglio di Amministrazione (al posto del Direttore nominato dalla Banca);
5 - introduzione di un limite ai mandati per consiglieri e sindaci;
6 - rafforzamento qualitativo e quantitativo del personale amministrativooperante presso la CSR; rispetto dei criteri di rotazione del personale distaccato, a suo tempo definiti;
7 - allungamento della durata del mandato degli organismi eletti, in modo da evitare la “campagna elettorale permanente”;
8 - introduzione di regole e criteri di trasparenza totale per le donazioni in beneficenza, una lacuna evidenziata - insieme a molte altre - solo grazie al nostro Sindaco, spesso in perfetta solitudine (Salvatore Cepparulo). Una lacuna che ha permesso in questi anni una gestione arbitraria dei fondi concessi, con fatti acclarati e conflitti di interesse che avrebbero potuto costituire un gravissimo danno reputazionale per l’Istituto.
Queste sono solo alcune idee basilari. Solo per far capire che non siamo certo votati all'immobilismo conservatore, ma pretendiamo di ragionare: cambiare in meglio è possibile, e quasi facile. Basta volerlo, ed essere in tanti. Votiamo NO alle modifiche statutarie che ci hanno proposto, e tutti insieme potremo migliorare la nostra Cassa.