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giovedì 19 settembre 2013

Incontro del 18 settembre: per un cambiamento condiviso

+++ULTIMORA: NUOVA CONVOCAZIONE PER MARTEDI' 24 SETTEMBRE+++
L’incontro del 18 settembre ha registrato una prima illustrazione del progetto di riorganizzazione dell’Amministrazione Centrale, attraverso la costituzione di Dipartimenti. Tale illustrazione, da più parti ritenuta priva di elementi informativi essenziali (comprese le ricadute su Regolamento Generale e Regolamento del Personale) va ritenuta pertanto incompleta e proseguirà la prossima settimana.

Sul tema dell’organizzazione territoriale, l’incontro ha segnato un importante passo avanti del Direttore Generale Rossi rispetto alla posizione da lui stesso formulata lo scorso 27 giugno e ovviamente rispetto al diktat di Saccomanni dell’11 aprile.
Il Direttore ha infatti accolto la richiesta corale delle Organizzazioni sindacali di abbandonare posizioni precostituite e aprire un confronto attraverso un’apposita “sede dedicata”, che discuta ruolo e funzioni dell’articolazione territoriale della Banca d’Italia, e dove ognuno apporterà idee e contributi progettuali nell’obiettivo di raggiungere un risultato condiviso.
E’ questo il secondo passo avanti compiuto dall’attuale Direttore Generale, dopo quello dello scorso 27 giugno, in cui aveva accettato di posporre a “tempi e modi da definire” l’attuazione del progetto enunciato dal predecessore Saccomanni.

Un risultato che - seppur non definitivo - dovrebbe insegnare molto alle forze sindacali sulla effettiva capacità di “modificare il corso degli eventi” quando unitariamente lavorano a un obiettivo razionale e condiviso, al di là delle naturali (salutari) differenze nella “lettura della realtà” e nella sensibilità sui diversi argomenti trattati (la vicenda CSR insegna la stessa cosa, al contrario, ndr).

Sulla base di tale impostazione, nel corso del prossimo incontro (martedì della prossima settimana), la Banca ha dichiarato la disponibilità:
- a elaborare un “protocollo di intesa” che delinei percorso e obiettivi condivisi della costituenda "sede dedicata” all’approfondimento sul ruolo delle Filiali;
- a chiudere in modo rapido le questioni “pendenti” della maggiore efficienza aziendale (componente del secondo livello di contrattazione, perno del modello contrattuale firmato da tutte le sigle sindacali tranne dalla CGIL) e delle misure di sostegno per il personale coinvolto dalla riorganizzazione del 2008.

“Parallelamente” allo svolgimento dei citati lavori di approfondimento per il ruolo sul territorio della Banca, la Delegazione ha manifestato la volontà di riaprire un confronto a tutto campo sui maggiori temi negoziali, a partire dal rinnovo del contratto scaduto dal 31 dicembre del 2009, dalla riforma degli inquadramenti e dal nuovo regime per l’orario di lavoro. Riforme atte a “cambiare fortemente il modo di lavorare in Banca, dando risposte alle esigenze di trasparenza e meritocrazia”.
Attraverso una positiva conclusione in tempi ragionevoli di questi negoziati, sarebbe possibile - a detta del Direttore Generale - tornare a “essere contenti di lavorare in Banca d’Italia, condizione indispensabile per continuare a essere un’Istituzione dinamica e vitale”.

DOPO LE PAROLE, I FATTI. A BENEFICIO DI TUTTI I 7.000 COLLEGHI 
Il SIBC ritiene importanti le parole e il messaggio che provengono dal dottor Rossi. Ma, come abbiamo sottolineato nel corso dell’incontro, si tratta di parole. Belle, ma parole. 
Ora tutto il personale attende fatti conseguenti, dall’Amministrazione e dai Sindacati.
C’è la grande opportunità di lavorare per il bene di tutti i settemila colleghi, con la rimozione della spada di Damocle di un progetto preconfezionato, che era finalizzato a smantellare attività e strutture fondamentali della Banca.
Sarebbe incomprensibile se - anche alla luce dei risultati oggi perseguibili grazie allo sforzo unitario - si tentasse di creare divisioni strumentali finalizzate a paralizzare i negoziati su temi fondamentali per la vita professionale di ciascun collega.

Al fine di dare compiutezza al confronto, il SIBC, nel corso dell’incontro, ha fatto presente che è per noi irrinunciabile, insieme alla trattativa su orario di lavoro e riforma delle carriere, affrontare con celerità i temi della previdenza complementare e del superamento del blocco contrattuale, ivi compresi gli effetti discriminatori, dal punto di vista generazionale, provenienti dalla sua illegittima applicazione in Banca.
Attendiamo ora, dal Vertice dell’Istituto, risposte conseguenti.
Va tuttavia sottolineato che il percorso su cui ci si è avviati presenta (almeno a parole, ndr) le caratteristiche richieste dal SIBC già nel corso del “famigerato” incontro con Saccomanni (“Il SIBC vi lancia una sfida ben precisa. Vi sfidiamo a proporci una visione coerente e completa della banca fra dieci-quindici-venti anni. Come sarà strutturata, quali servizi, quale rete. Quali professionalità. Quali riconoscimenti economici. Quali percorsi di carriera. Quali opportunità e quali garanzie. Quali inquadramenti. Quale equità. Quali orari di lavoro. Quali prospettive pensionistiche per le nuove generazioni.”).
E’ ora di riconoscere alle colleghe e ai colleghi un diritto essenziale: la certezza del domani. Un diritto che spetta a tutti i settemila colleghi, senza alcuna distinzione. E' ora di dire basta ai sotterfugi e alle promesse vane del “giorno per giorno”.

Costruire insieme la Banca del futuro, è il modo migliore per dare un futuro alla Banca d’Italia.