La storica sentenza con la quale la Corte Costituzionale ha sconfessato l’operato della Fiat di Marchionne, che interpretava lo Statuto dei Lavoratori escludendo da fondamentali diritti sindacali le organizzazioni sindacali - segnatamente, la Fiom/Cgil - non firmatarie di contratti collettivi applicati in azienda, segna una vittoria importante per tutto il movimento sindacale in questo Paese.
Viene infatti ribadito il diritto di dire “no”, senza che ciò pregiudichi in alcun modo il diritto di rappresentanza delle Organizzazioni sindacali. Viene quindi azzerato uno strumento di potenziale ricatto su Organizzazioni e lavoratori, estraneo ai valori della Costituzione.
Il diritto di dire “no” è fondamentale, per consentire una difesa reale dei diritti di tutti i lavoratori.
Il diritto di dire “no” è fondamentale, anche per dare credibilità ai “sì”.
C'è chi, dati i tempi, sospetta legittimamente che la "la Costituzione è a rischio perché è uguale per tutti". Motivo in più per tenercela stretta, quindi!
C'è chi, dati i tempi, sospetta legittimamente che la "la Costituzione è a rischio perché è uguale per tutti". Motivo in più per tenercela stretta, quindi!
“La Corte costituzionale, nell’odierna camera di consiglio, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 19, 1° c. lett. b) della legge 20 maggio 1970, n. 300 (c.d. “Statuto dei lavoratori”) nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale sia costituita anche nell’ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie di contratti collettivi applicati nell’unità produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali rappresentanti dei lavoratori dell’azienda”.