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giovedì 18 luglio 2013

A Fondo con tutta la Commissione

Senza bisogno della palla di vetro, né di virtù divinatorie, avevamo previsto da tempo che la Relazione della Commissione Pa(ri)tetica sul Fondo Complementare avrebbe visto la luce non entro il primo trimestre 2013 – come imponeva l’accordo negoziale - ma,  più opportunamente,  in pieno esodo estivo, così da minimizzare l'attenzione e le conseguenze della medesima Relazione.
In effetti, un simile esito presenta profili ampiamente oltraggiosi per una platea che – ricordiamo – rappresenta ormai poco meno della metà della popolazione lavorativa in Banca d’Italia.
E’ infatti incredibile che ancora oggi, nell’Anno di Grazia 2013, si debba ricorrere a una pensosissima Commissione per riscoprire l’acqua calda, ossia che la pensione dei post ’93 sarà più bassa di quella degli ante di oltre il 30%.
In quasi trenta assemblee tenute da inizio anno, quindi davanti a centinaia di graditissimi e interessati "testimoni" a Roma e nelle Filiali, questa Organizzazione ha costantemente posto l’accento, fra l'altro, sulla gravità di una situazione che vede circa tremila colleghi con una pensione attesa di circa un terzo inferiore ai loro predecessori e – è importante ricordarlo – privi di liquidazione. 
Non c’era quindi bisogno della palla di vetro per saperlo, né di saccheggiare permessi aggiuntivi "a carico Banca" (ossia a scapito dei colleghi, ndr) per costituire una pomposa Commissione che ha partorito il classico topolino, tanto dotto quanto inutile, in quanto:
  • incapace di individuare interventi condivisi tra i partecipanti alla Commissione (PINE-CGIL-DASBI-CIDA-CISL-FABI);
  • incapace di rispettare le promesse fatte tredici mesi or sono, in sede di costituzione della Commissione. Gli studi si fanno (meglio) nell'Area Studi. Qui erano state promesse soluzioni. Non sappiamo se è chiara la differenza.
Non cadremo tuttavia nel tranello di lasciare all’argomento lo spazio di un temporale estivo. E' il momento di fare e agire concretamente, non solo di discettare sul sesso degli angeli (e della Commissione). Il tema andrà ripreso e analizzato con serietà a settembre, quando tutti i colleghi saranno anche in condizione di documentarsi e confrontare gli impegni assunti con il nulla. E, magari, trarne le conseguenze.

Post Scriptum: leggiamo che un sindacato che ha fatto parte della Commissione ha “attivato un orologio per contare i giorni che passeranno dalla presentazione della Relazione all’apertura della sessione negoziale”. Nientemeno. Due piccole precisazioni agli amici del Dasbi.
La prima: meglio tardi che mai, ma peccato non averlo tirato fuori prima, questo benedetto orologio. Ad esempio, trecentottanta (380) giorni fa, quando invece di dare avvio alla Commissione del topolino, si sarebbero potuti ottenere risultati concreti subito, in cambio della famosa firma gratis per il Decreto Monti-Fornero (come correttamente li definiva anche la FALBI, a suo tempo, "gli accordi del nulla"). O più modestamente, centodieci (110) giorni fa, quando la Commissione avrebbe dovuto consegnare il documento conclusivo, e invece ha strategicamente ritardato fino a impedire la ripresa del confronto prima dell’estate.
La seconda: ben arrivati! Vi accogliamo con piacere, senza ironia, fra coloro che chiedono la ripresa del confronto negoziale. Fummo infatti noi del SIBC, insieme a FALBI e UILCA, a proporre “con la forza che ci proviene dall’acquisita maggioranza trasversale, di ricondurre il confronto… al tavolo negoziale, l’unica scelta da cui possono discendere risposte adeguate ai problemi posti”. Poi, la Banca sottrasse la maggioranza trasversale a SIBC-FALBI-UILCA riconoscendo precipitosamente, per la carriera non direttiva, un Sindacato che si guardava bene dal chiedere l’apertura del confronto negoziale. Il DASBI.