Pagine

lunedì 30 gennaio 2012

La scomparsa della CSR - prima parte


Buongiorno a tutti,
in una serie di volantini e di assemblee in giro per l’Italia si parla molto della CSR. Si sostengono tesi a volte assai strampalate, ma le cose più interessanti le dicono sempre i colleghi in platea. L’altro giorno sono andato ad ascoltare un’assemblea sul tema Csr di un altro sindacato, e un collega dalla platea (peraltro assai sguarnita) ha detto una verità cristallina: “Se la CSR è un bene comune, deve dare servizi a tutti i colleghi, altrimenti tanto comune non è.”
Come dire: il Re è nudo! E’ una fortuna che qualcuno abbia così ben presente che la CSR è dei soci e solo dei soci, certo non è dei sindacati e ovviamente non è della Vigilanza.
Quando qualcuno osa fare osservazioni come quella del collega, c’è sempre pronto lo spauracchio della scomparsa della CSR. Tutti zitti, nessuno parli, nessuno disturbi i manovratori, altrimenti “la CSR ce la giochiamo, la CSR scompare”.
Noi siamo pienamente d’accordo a non alzare polveroni eccessivi anche perché non giovano a chi ha ragione da vendere. Tuttavia, la CSR ha un modo ben più sicuro e veloce per scomparire: quello di rinunciare alla propria missione di servizio nei confronti di tutti i soci.

Si è molto discusso negli ultimi mesi sul “mutuo agevolato CSR” e sulla possibilità di erogarlo mantenendo condizioni di sana e prudente gestione: ovviamente, siamo i primi a condividere questo punto di vista, in quanto la CSR è un patrimonio comune e va tutelato. Ma giustamente molti di voi chiedono notizie sul mutuo annunciato.
Risposta: il Consiglio di Amministrazione ha subito un ribaltone a opera di tre consiglieri eletti nella lista di maggioranza, prontamente passati con la minoranza, che così è diventata maggioranza! E’ tutto chiaro: siamo in Italia, tutti sono liberi di fare come credono, e Scilipoti è un maestro di vita.
In questo modo, con lo spauracchio fasullo della “scomparsa della CSR” vi vogliono far digerire la scomparsa reale della maggioranza votata da voi solo pochi mesi fa, e la scomparsa reale, per il momento, del mutuo agevolato, che la “nuova maggioranza” ritiene un sinonimo di Satana. Peccato, perché il mutuo all’1% sarebbe stata considerata ovunque una grande vittoria, tanto più in presenza di un pesante blocco della contrattazione.
Ma qui in Banca d’Italia siamo molto originali. O volete farglielo capire anche voi, che non ne potete più?

Oltre alla maggioranza eletta, e al mutuo agevolato, è scomparsa dalle dotte ricostruzioni di alcuni una serie di parole, che viceversa aiuterebbero molto a capire.
La prima parola mancante è certamente Convenzione. La CSR è una Banca molto particolare, che ha una “Convenzione con la Banca d’Italia”  firmata nel 2006 da Mario Draghi e non da qualche pericoloso estremista del SIBC o della FALBI. Secondo la Convenzione, è opportuno “che i dipendenti della Banca dispongano dei servizi bancari negli stessi locali dove svolgono la loro attività o in locali vicini, alla pari di altri dipendenti del settore bancario”, cosa molto opportuna per evitare di avere rapporti diretti con le banche vigilate!
La Convenzione afferma testualmente:
“E’ INTERESSE DELL’ENTE PUBBLICO BANCA D’ITALIA che i propri dipendenti possano ottenere dalla CASSA servizi bancari e finanziari a CONDIZIONI NON PIU’ ONEROSE DI QUELLE CHE LE BANCHE RISERVANO USUALMENTE AI PROPRI DIPENDENTI.”
Una previsione di assoluto buon senso.
Come noto, diverse banche danno ai propri dipendenti la possibilità di comprare casa usufruendo di mutui compresi fra l’1% e il 2%, anche quando i tassi di mercato erano ben più alti. Lo scandalo non è il mutuo agevolato, che non rappresenta un privilegio perché prendiamo a raffronto proprio gli altri dipendenti bancari. Lo scandalo è che per anni è stata disattesa la convenzione Banca - CSR!

Altra parola mancante è certamente discriminazione, e per la precisione la doppia discriminazione: per generazione e per censo. Pensate che pochi giorni prima della famosa delibera sul mutuo all’1% fu deciso di innalzare il tasso dei conti correnti dello 0,25%. Quello 0,25% in più pesa 4,2 mln sui conti della Cassa. Dimostreremo che è un costo equiparabile a quello del mutuo agevolato.
La remunerazione dei c/c premia chi ha più depositi, quindi verosimilmente chi è più avanti nella carriera. Il mutuo all’1% dà benefici soprattutto (ma non solo) a chi è più giovane e più basso di grado, compensando almeno in parte il danno subito con il taglio degli stipendi, che peserà di più su chi è più giovane.
Il problema quindi è scegliere, in una condizione di equilibrio di bilancio della CSR, se premiare soltanto chi ha già comprato casa, ha già accumulato risparmi e li tiene sul conto CSR, o se dare benefici anche chi la casa non ce l’ha, magari vive in affitto e - date le attuali prospettive - difficilmente avrà l’opportunità di accumulare risparmi significativi in futuro.

Ne vogliamo parlare? Oppure va tutto bene cosi, tanto non tutti i giovani sono consapevoli di questa ennesima discriminazione nei loro confronti, e a quelli che storcono il naso gli si racconta chec'e la crisi”? Come se la crisi petrolifera degli anni 70 non fosse stata caratterizzata in Banca d’Italia dal “caro legna” una specifica voce aggiuntiva in busta paga... oggi, invece, il “caro benzina” è accompagnato dal blocco della contrattazione e del recupero dell’inflazione!! Vi pare la stessa cosa?
E in un momento di crisi, a chi va incontro la CSR? A chi ha bisogno o a chi ha conti correnti particolarmente pingui?

E questa era solo la prima parte. La prossima sarà ancora più esplicativa di quel che succede, e della guerriglia scatenata contro il Presidente, non perdetela!