Non vorremmo che - distratti dai botti di San Silvestro - vi foste persi la notizia dell’anno: “il futuro è dei giovani”. Lo hanno annunciato, in questi giorni, un po’ tutte le alte cariche dello stato, e d’altro canto avevamo avuto qualche avvisaglia anche quando l’allora governatore Mario Draghi, nei giorni della protesta degli indignati, trovò il modo di dire "Hanno ragione a protestare. Se siamo arrabbiati noi per la crisi, figuriamoci loro che hanno venti o trent'anni e sono senza prospettive", insomma stava lì lì per scendere in piazza anche lui, quando poi - tempo due settimane - è volato a Francoforte, a capo della Bce. Il bivio di una vita.
D’altro canto parlare dei giovani è un po’ come parlare del freddo a gennaio quando capitiamo in ascensore con qualcuno: lo facciamo un po’ tutti.
Noi del SIBC però siamo convinti che - per motivi diversi - sia i giovani, sia i meno giovani, dovrebbero inorridire e indignarsi davanti a certa retorica: “la manovra è per i giovani”, “i sacrifici sono per i giovani”, “il futuro è dei giovani”, “la Banca è dei giovani” - ma davvero?
Per uscire da questa retorica, abbandoniamo le parole vuote e diamo sostanza ai concetti: di chi parliamo quando parliamo di giovani?
DI CHI PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI GIOVANI?
Proviamo con un gioco, e vi accorgerete improvvisamente che tutto questo afflato umanitario verso i giovani (che spesso coincide, a chiacchiere, con quello verso i meno abbienti) si disperde nel tempo di un battito di ciglia.
Il gioco è quello dei sinonimi e possiamo tradurlo così: quali politiche sono sinonimo di una politica per i giovani?
Oltre a quelle più "immediate", come il fondo pensione complementare e la riforma delle carriere, che pure interessa tutti, un primo sinonimo è certamente il “mutuo agevolato per l’acquisto della prima casa”.
Già questo primo sinonimo ci fa sparire una buona metà dei tromboni pro-giovani. Avete visto, infatti, che secondo alcuni il tasso agevolato sui mutui è un problema capace di far saltare in aria la CSR, mentre il tasso agevolato sui depositi, che pure riguarda importi almeno 4 volte superiori e premia soprattutto su chi ha enormi disponibilità finanziarie, quello non dà problemi: è tutto normale, tutto a posto.
Già questo primo sinonimo ci fa sparire una buona metà dei tromboni pro-giovani. Avete visto, infatti, che secondo alcuni il tasso agevolato sui mutui è un problema capace di far saltare in aria la CSR, mentre il tasso agevolato sui depositi, che pure riguarda importi almeno 4 volte superiori e premia soprattutto su chi ha enormi disponibilità finanziarie, quello non dà problemi: è tutto normale, tutto a posto.
Siamo o non siamo in Italia, che è “il regno dell’equità”?
E se uno dice timidamente di non capire come mai una volta fosse lecito prendere un mutuo prima casa con uno sconto del 7% rispetto all’inflazione, mentre ora per molto, molto meno si grida allo scandalo, se uno chiede se per caso non si tratti di discriminazione generazionale, subito partono le scomuniche: “demagogico, populista, irresponsabile”.
Basta poco, insomma: il primo sinonimo ha fatto già spostare i giovani in terza o quarta fila nell’ordine dei problemi.
GIOVANE E’ CHI VUOLE CAMBIARE LE COSE
Secondo e ultimo sinonimo che vi proponiamo oggi fra le politiche che avvantaggiano soprattutto i più giovani, è la “sterilizzazione del blocco triennale degli stipendi”.
Come abbiamo dimostrato di recente, il blocco del recupero inflativo per tre anni produce una perdita economica cumulata che - nell’arco di una vita lavorativa - arriva tranquillamente a 7 annualità di stipendio attuale in meno, se non si trovano compensazioni adeguate. In pratica, chi è stato assunto ieri ha la prospettiva di lavorare 43 anni e vedersene pagati 36. Questa scure si abbatte in modo iniquo su tutti coloro che hanno davanti ancora 20, 30 o 40 anni di lavoro, perché cumuleranno perdite per tantissimi anni.
Eppure, i mille pifferai dei giovani sull’argomento ammutoliscono.
Eppure, i mille pifferai dei giovani sull’argomento ammutoliscono.
Sul punto, consentiteci una rassicurazione: recentemente in Banca d’Italia si è costituito l’ottavo sindacato, che sosteneva di voler rimediare alla disparità di trattamento pensionistico dei “post 93” rispetto a chi era entrato in Banca prima di allora. Ecco, non vorremmo che quando ci si dovesse accorgere di quest’altra enorme discriminazione, che abbraccia tutta la vita lavorativa, qualche intelligentone pensasse di costituire un nono sindacato.
La rassicurazione è che non ce n’è bisogno, perché chi è interessato ad affrontare il problema, così come chi è interessato al mutuo agevolato per acquistare la prima casa di proprietà, sappia che il SIBC ritiene questi aspetti assolutamente prioritari e, insieme alla FALBI, ce ne occuperemo dal tavolo di maggioranza.
Ecco quindi di chi parliamo quando parliamo di giovani: di coloro che - a prescindere dall’età anagrafica - vogliono cambiare le cose, di coloro che vogliono rimediare a questi guasti, e che hanno una sola cosa da fare, semplicissima: rafforzare chi si occupa realmente di loro.
Ecco quindi di chi parliamo quando parliamo di giovani: di coloro che - a prescindere dall’età anagrafica - vogliono cambiare le cose, di coloro che vogliono rimediare a questi guasti, e che hanno una sola cosa da fare, semplicissima: rafforzare chi si occupa realmente di loro.
Chi non vuole rimediare ai guasti, continui pure a ascoltare i pifferai, i quali hanno sempre un loro "fascino"...
Buona settimana a tutti voi, a presto con il SIBC!
Buona settimana a tutti voi, a presto con il SIBC!